Cesena Gastronomica. Sapori granata, l’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo consiglia…
Trasferta romagnola nel campionato di Lega B 2015/16 per la Salernitana di Bernardini e compagni
I granata sono di scena in posticipo serale lunedì 7 marzo allo Orogel Stadium-Dino Manuzzi (Via dello Stadio 124- 24.000 spettatori )per una sfida davvero delicata contro il Cesena guidato dal bravo Drago
L’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo, prima di andare a tifare per la nostra squadra, Vi consiglia di gustare le bonta’ enogastronomiche del territorio cesenate presso
“CA AD PANCOT”
Via Benzi 514, Cesena
Tel. 0547 318370
“Tipica cucina romagnola”
Location caratteristica e molto accogliente
Antipasto di terra (affettati romagnoli)
Cappelletti
Tagliatelle ai funghi
Ravioli burro e salvia
Tagliata di carne
Faraona
Piadina
Dolce della casa (ciambella)
Vino locale dogc
PRODOTTI TIPICI DELLA ZONA
La povertà della cucina cesenate e romagnola è stata condizionata dapprima dalla presenza di piccole signorie turbolente e instabili, con la parziale eccezione di quella malatestiana, con corti e, dunque, mense di non eccelso lustro, e poi dal lungo e pesante dominio dello Stato della Chiesa.
I caratteri della cucina sono estremamente semplici e contadini; l’apporto della cultura marinara è di scarso peso e non si estende oltre la zona costiera. Il numero dei piatti è modesto; altrettanto modesta è la tradizione salumiera e casearia
Diffusa la cultura della pasta all’uovo fatta in casa, particolarmente sotto forma di pappardelle in brodo, cappelletti (in brodo o asciutti, in tal caso serviti al ragù, oppure con panna, formaggio e prosciutto cotto), tagliatelle, lasagne. Altri tipi di pasta tipici del cesenate sono gli strozzapreti, serviti al ragù, ed i passatelli in brodo.E’ molto diffusa anche la piadina.
Per quanto riguarda i secondi piatti, la parte del leone nella cucina cesenate la svolge il maiale (e’ baghèn, in dialetto), del quale non si butta via nulla: grigliate miste, carne ai ferri, arrosti, sono tipici della zona, in particolare di quella collinare. Diffuso l’uso d’insaccati e degli affettati derivati dal maiale, specialmente prosciutto, salame, mortadella, coppa e culatello, accompagnati dalla piadina e da un buon bicchiere di vino rosso.
In misura minore è amato dai cesenati anche il coniglio (e’ cùnéij), cucinato arrosto, ai ferri, in porchetta o alla cacciatora, ed il pollame in generale, col pollo (e’ pol) allo spiedo in primo luogo, oppure al forno o arrosto.
Per quanto riguarda la cacciagione, vengono utilizzati nella cucina cesenate, specialmente in collina, cinghiali, lepri, quaglie. È ancora possibile assaggiare in alcuni ristoranti ed osterie del cesenate il piccione, cucinato e servito nei medesimi modi del pollo, mentre diventa sempre più raro, per il mutare dei gusti gastronomici, trovare osterie che servano ancora antichi piatti tradizionali come le rane in umido o le chiocciole (chiamate impropriamente lumache) impanate e fritte o in umido, ma l’usanza rimane viva in molte famiglie e durante alcune feste e sagre
Il dolce tipico del cesenate è la ciambella, sia quella caratteristica col buco, sia quella lunga e piatta (entrambe di solito si gustano inzuppate nel vino), mentre le frappe sono tipiche del periodo di carnevale. Inoltre si produce, nel periodo della festa patronale di S. Giovanni (fine giugno), il caratteristico fischietto di S. Giovanni: un fischietto rosso di zucchero caramellato a forma di oca
Satolli ma pienamente soddisfatti corriamo poi allo stadio Manuzzi a gridare SEMPRE COMUNQUE ED OVUNQUE FORZA SALERNITANA
L’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo
SALERNITANA GASTRONOMIC LAWYER ANDREA CRISCUOLO
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