Hot! Vicenza -Salernitana: non solo il GRANATA in campo ..

Seconda trasferta stagionale per la Salernitana 2020/21 targata mister Castori, impegnata martedì 20 ottobre alle ore 21.00  in un’ ostica gara in territorio veneto: i Granata sono di scena sul campo del Vicenza, stadio Romeo Menti (17.200 spettatori- Via Schio 21)per una sfida molto impegnativa contro la neopromossa guidata da Mimmo Di Carlo.

L’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo, nell’attesa di poter tornare a tifare “dal vivo” per la nostra squadra, Vi consiglia le bontà enogastronomiche del territorio vicentino

Baccala’

Tagliere alla vicentina ( formaggio e salumi)

Bigoli all’anatra 

Baccala’mantecato con polenta

Baccalà alla vicentina 

Dolcetti della casa 

Vino locale e prosecco Veneto

PRODOTTI TIPICI DELLA ZONA

La cucina vicentina è composta di piatti semplici, di tradizione contadina, che seguono l’andamento delle stagioni e dei relativi prodotti che si raccoglievano nei prati e nei boschi. Ogni piatto è legato ad una parte del territorio e le preparazioni si basano ancora oggi sui prodotti tipici, (molti dei quali inseriti nell’elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani): i bisi di Lumignano (frazione di Longare), gli asparagi bianchi di Bassano, i torresani di Breganze, i formaggi di Asiago, le ciliegie di Marostica, il riso di Grumolo delle Abbadesse, la patata di Rotzo e il sedano di Rubbio (frazione di Conco), i tartufi a Nanto, il broccolo fiolaro di Creazzo, la mostarda di Montecchio Maggiore, la sopressa di Valli del Pasubio, gli gnocchi con la fioreta di Recoaro Terme. Il piatto più tipico è comunque il baccalà alla vicentina.

Vanta anche un’ampia tradizione nella produzione di vini, tra i quali se ne distinguono di Denominazione di Origine Controllata, come il Breganze Cabernet, il Gambellara, il Colli Berici Garganega o il Lessini Durello.

Clima e territorio

La temperatura sara’autunnale ma non piovera’: previsti circa 13 gradi.

Vicenza è un comune italiano di 111 764 abitanti , capoluogo dell’omonima provincia in Veneto. Si trova al margine settentrionale della Pianura Padana, lungo i fiumi Bacchiglione e Retrone e ai piedi dei colli Berici.

La città è meta di turismo culturale   per il suo patrimonio artistico ed è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO per i numerosi contributi architettonici di Andrea Palladio. È un rilevante centro industriale composto di piccole e medie imprese. Il tessuto produttivo è trainato dai settori metalmeccanicotessile e orafo, quest’ultimo raggiunge nel capoluogo oltre un terzo del totale delle esportazioni di oreficeria

Il territorio comunale di Vicenza si estende per 80,57 km², tra la parte settentrionale dei Colli Berici e la parte orientale dei Lessini, 50 km a est di Verona e 70 a ovest di Venezia, 40 a nord-ovest di Padova, 60 a sud-ovest di Treviso, 110 a sud di Belluno e 80 a nord di Rovigo.

La città presenta una parte meridionale pianeggiante posta a una quota di 26 m s.l m. (zona di Borgo Casale), la parte del centro storico che si sviluppa tra i 33–40 m s.l.m., tra le anse dei principali fiumi BacchiglioneRetrone e Astichello e infine una parte collinare (appartenente al sistema delle dorsali settentrionali dei Colli Berici) con un’altitudine massima di 183 m s.l.m. (corrispondente al Monte Bella Guardia).

Il territorio comunale comprende non solo il nucleo urbano, che si è notevolmente espanso nel corso del Novecento, ma anche delle zone di campagna in periferia e la zona di Monte Berico, che domina la città dall’alto.

Pare che il primo nome dato dai Veneti alla città sia stato Berga, nome ricordato anche nel primo teatro romano costruito in città che si chiamava appunto Teatro Berga. Certa è, invece, la denominazione assunta in epoca romana: Vicetia o Vincentia o ancora Vicentia. Il nome è attestato dapprima nella forma dell’etnico Veicetinos in un’iscrizione del 135 a.C. , poi come Vicetia in Plinio il Vecchio (Naturalis Historia III, 130; III, 132) e in Tacito (Historiae, III, 8). Nel secolo XI si arriva a Vicencia fino all’odierna Vicenza. L’origine del nome può essere fatta risalire al latino vincens (vincente) o al greco Oniketia (terra dei Veneti). Strabone la chiama anche Ucetia mentre Claudio Eliano la cita col nome di Bitetia.[ Il toponimo è certamente una formazione venetica, derivata dall’indoeuropeo weik– (da cui il greco οἶkος e il latino vicus) con il suffisso –et attestato anche nel nome dei Veneti. La base weik– designa l’unità sociale superiore alla famiglia e il villaggio.

Piazza dei Signori, è la piazza principale della città, cuore pulsante del governo cittadino prima come foro romano della città, poi, nel Medioevo e Rinascimento, con il Palazzo della Ragione (noto come Basilica Palladiana) dove veniva amministrata la giustizia e la Loggia del Capitanio, sede del rappresentante della Repubblica di Venezia. Nella piazza – di forma rettangolare – si collocano anche la Torre Bissara, la torre civica (con i suoi 82 m uno dei più alti edifici del capoluogo), il Palazzo del Monte di Pietà con la Chiesa di San Vincenzo (dedicata al compatrono della città) e le due colonne, una con il Leone di San Marco e l’altra con la statua del Redentore.

Piazzetta Palladio, piccola piazza verso il lato occidentale della Basilica, anticamente nota come piazzetta della Rua (dal nome della macchina in legno portata a braccia attraverso le vie del centro storico durante la processione del Corpus Domini). Il nome attuale è dovuto invece alla presenza di una statua dedicata ad Andrea Palladio opera ottocentesca dello scultore Vincenzo Gajassi.

Piazza delle Erbe, situata a un livello più basso di Piazza dei Signori, è così chiamata perché è stata per lungo tempo sede del mercato ortofrutticolo e floreale. La piazza (dominata dal lato meridionale della Basilica), ospita anche una torre duecentesca che in passato era usata come prigione e luogo di tortura (vi fu imprigionato anche Silvio Pellico) chiamata, per questo, Torre del Girone o del Tormento. La torre è unita alla Basilica Palladiana da un arco, detto degli Zavatteri, risalente al 1494 e così chiamato perché sotto di esso si teneva un tempo il mercato delle scarpe e delle ciabatte (zavate nella lingua del tempo).

Piazza Biade, posta sul lato orientale della Basilica, si chiama così perché fin dal 1262 vi si teneva il mercato dei cereali e delle sementi. In fondo a essa, sulla sinistra si trova la Chiesa di Santa Maria in Foro, detta dei Servi perché la sua costruzione fu iniziata all’inizio del Quattrocento dall’ordine dei Servi di Maria. La piazza ospita uffici comunali e alcuni assessorati in un edificio costruito dopo la seconda guerra mondiale. Dopo diverse polemiche per l’utilizzo della piazza come parcheggio per auto comunali, la piazza è stata pedonalizzata.

Piazza delle Poste, in realtà una via (contrà Garibaldi) secondo lo stradario civico, è conosciuta localmente come piazza delle Poste per la presenza della sede del principale ufficio postale; l’edificio è uno dei maggiori esempi di architettura razionalista italiana in città. La piazza ospita una fontana (la Fontana dei Bambini) del 1984, con sculture in bronzo di Nereo Quagliato. Si tratta di uno dei poli della movida serale della città vista la presenza di numerosi locali per il “rito dello spritz“.

Piazza Duomo, vi trova sede il palazzo vescovile con il Museo diocesano e la cattedrale cittadina. Sulla sinistra, staccato dalla Cattedrale, si trova il campanile romanico del Duomo, mentre sul lato meridionale della piazza è collocato l’accesso al Criptoportico romano, il principale monumento archeologico cittadino, riscoperto nel 1954 a 6 metri dal livello stradale, testimonianza di una domus romana del I secolo. Al centro della piazza nel 1880 fu eretta una statua a Vittorio Emanuele II, a opera di Augusto Benvenuti.

Piazza Matteotti, chiamata in passato piazza dell’Isola (perché era una piccola isola circondata dalle acque del fiume Bacchiglione, che talvolta la invadevano) e in seguito piazza Vittorio Emanuele, è dominata da Palazzo Chiericati (sede della Pinacoteca civica) e dall’ingresso al Teatro Olimpico, entrambi capolavori palladiani.

Piazzetta Santo Stefano, caratterizzata dalla presenza di due palazzi nobiliari, Palazzo Sesso Zen Fontana del XIV secolo e Palazzo Negri de Salvi del XV, e soprattutto dalla facciata della chiesa di Santo Stefano, una delle antiche sette cappelle cittadine, ridisegnata alla fine del Seicento.

Piazza San Lorenzo, ospita l’ottocentesco monumento al poeta vicentino Giacomo Zanella e il barocco Palazzo Repeta (già sede provinciale della Banca d’Italia), costruito tra il 1701 e il 1711, tra le prime opere di Francesco Muttoni. La Chiesa di San Lorenzo, che sorge sul lato opposto, è assieme a quella di Santa Corona uno degli esempi più rappresentativi del gotico sacro in città; fu costruita dai frati francescani minori nel XIII secolo. La piazza (riqualificata negli anni duemila con l’arretramento della statua e la costruzione di una fontana a raso terra con giochi d’acqua) ha segnato e continua a segnare le giornate di molti giovani vicentini che l’attraversano per recarsi ai vicini licei Pigafetta e Lioy. Fino a qualche anno fa era famosa per essere la piazza “nera” della città, punto d’incontro per molti giovani di destra sul modello di Piazza San Babila a Milano

Piazza Castello, diametralmente opposta a piazza Matteotti, ospita diversi palazzi palladiani come Palazzo Porto BreganzePalazzo Thiene Bonin Longare, sede della Confindustria di Vicenza, Palazzo Piovini e il torrione medioevale di Porta Castello. La piazza ospita inoltre una statua di Giuseppe Garibaldi realizzata da Ettore Ferrari nel 1887.

Piazzale della Vittoria, grande piazzale panoramico situato sulla cima del colle di Monte Berico, a poca distanza dalla città, permette di godere di una vista panoramica della città, con le montagne sullo sfondo, teatro delle battaglie della prima guerra mondiale. Particolarmente gremito durante le celebrazioni al Santuario della Madonna di Monte Berico, patrona della città e durante le sere d’estate, è la meta delle passeggiate lungo i portici di viale X Giugno, nonché sede di numerosi concerti.

Corso Palladio, è la strada cuore di Vicenza, la via dei negozi, sempre affollata per le ormai note Vasche in Corso. Il tracciato della strada si è mantenuto pressoché inalterato fin dall’epoca romana, quando fungeva da decumano massimo della Vicetia di allora, a sua volta impostato sulla consolare Via Postumia. Si estende per circa settecento metri, da Piazza Castello a Piazza Matteotti, da Ovest a Est, e rappresenta una vera e propria galleria di chiese e di palazzi prestigiosi che vi si affacciano, in parte firmati dal Palladio. È totalmente pedonalizzato, come buona parte delle vie limitrofe.

Corso Fogazzaro, ricalca il tracciato di uno dei cardini minori della città romana e taglia il settore nord-occidentale del centro storico a partire dall’incrocio con corso Palladio. Lungo 630 metri (fino alla porta Santa Croce), il corso è intitolato ad Antonio Fogazzaro, uno dei più celebri scrittori vicentini, autore di romanzi come MalombraPiccolo mondo antico e Piccolo mondo moderno, nei quali viene descritta la società provinciale a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.

Contrà Porti, Cardo Massimo della città in epoca romana, la via fu uno degli assi da cui partì il rinnovamento edilizio del XV secolo e sul quale si innestarono anche gli interventi palladiani. Lungo la strada si trovano molti palazzi della famiglia Da Porto (da cui la via trae il nome) come Palazzo Iseppo Da Porto (che ospita, all’interno, ambienti affrescati da Giambattista Tiepolo) e Palazzo Porto Colleoni. Sempre opera del Palladio è il maestoso Palazzo Barbaran Da Porto, del 1569, sede del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, (CISA) che fronteggia l’ala quattrocentesca di Palazzo Thiene.

La Rua (che in italiano significa ruota) è stata per secoli il simbolo dell’orgoglio popolare vicentino.

Si trattava di una grande struttura lignea introdotta nel 1441 per sostituire il cero e il gonfalone che venivano fatti sfilare alla processione del Corpus Domini  (deliberata dal comune di Vicenza nel 1389) dal collegio dei notai. Il nome dell’intera macchina scenica deriva proprio dalla presenza di una grande ruota girevole incastonata nel centro della struttura e che rappresentava la rotazione quadrimestrale nell’espletamento delle cariche all’interno del potente collegio dei notai.

Le sfilate della Rua dal 1444 proseguirono, pur tra varie interruzioni, per quasi quattrocento anni fino all’ultima avvenuta nel 1928. Le sue notevoli dimensioni, specialmente in altezza, erano diventate ormai incompatibili con le esigenze di una città moderna e soprattutto interferivano con gli impianti per l’illuminazione elettrica e con i fili delle linee tranviarie. Si decise quindi di sospendere le sue sfilate.

Nel 1944 l’opera (che era conservata in un magazzino comunale) venne distrutta durante un bombardamento e non fu più ricostruita fino al 2007, quando l’azienda municipale Valore Città AMCPS, per festeggiare i suoi 100 anni di attività, decise di fare un regalo storico alla città, ricostruendo l’opera con materiali più moderni e resistenti ed esponendola, per la prima volta dopo decenni, in Piazza dei Signori nel settembre dello stesso anno.

All’inizio del 2010 è nata l’idea di creare un comitato della Rua, per far rivivere, in occasione della festa per la Santa Patrona lo storico giro della Rua.

La manifestazione vede la presenza di un corteo di quasi 1000 persone che rappresentano i quartieri, le associazioni, i gruppi sportivi, le confraternite, gli ordini militari e gli ordini professionali della città, che sfila per le vie del centro la sera del primo sabato di settembre. La sfilata è capeggiata dalla Ruetta, (una riproduzione dal peso di 400 kg e dall’altezza di 8 metri), realizzata nel 1949 e di recente restaurata, che si presenta con una cascata di fiori, naturalmente biancorossi (come i colori della città). A sostenerla, a turno, sono 18 atleti vicentini accompagnati dal ritmo della fanfara storica degli alpini.

Da piazza Duomo il corteo raggiunge piazza Castello, percorre quindi corso Palladio e contrà Santa Barbara da dove entra in piazza dei Signori. In piazza dei Signori si svolge la suggestiva cerimonia di accensione della storica grande Rua (alta 24 metri e del peso complessivo di 300 quintali) installata, fin dai primi giorni di settembre, nella piazza.

Il Giro della Rua è una tra le più antiche manifestazioni folcloristiche italiane, la seconda nel Veneto dopo lo Sposalizio del mare di Venezia. Si svolge ai primi di settembre negli anni dispari.

SEMPRE COMUNQUE ED OVUNQUE FORZA SALERNITANA

L’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo

Responsabile Comunicazione Salerno Club 2010

Conduttore trasmissione Tifosissimi

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