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Pescara-Salernitana: non solo il granata in campo

BY: ANDREA CRISCUOLO ON: 17 GENNAIO, 2020 IN:NEWS TAGGED: SALERNO CLUB 2010SPECIALITÀ GASTRONOMICHE

Prima trasferta dell’anno e del girone di ritorno del campionato di Lega B 2019/20 per la Salernitana di Lombardi e compagni. I granata sono di scena allo stadio Adriatico- Giovanni Cornacchia(21.000 spettatori- Viale Vittorio Pepe) per una sfida davvero infuocata e dal sapore nobile ed antico, contro i biancazzurri di mister Zauri.  In palio punti play off…

L’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo, prima di andare a tifare per la nostra squadra, Vi consiglia di gustare le bontà enogastronomiche del territorio pescarese

Antipasto di pesce (cozze ripiene-tonno e pomodorini)

Risotto di mare

Spaghetti alle vongole

Coda di rospo (grigliata ed i funghi porcini)

Frittura di pesce

Gamberoni al whisky

Dolce della casa

Vino locale docg

PRODOTTI TIPICI DELLA ZONA

La provincia di Pescara presenta una grande varietà di piatti e prodotti tipici abruzzesi.Lungo la costa primeggiano le specialità di pesce, come brodetti, zuppe, arrosti vongole etc.

Piatti tipici sono la pasta alla chitarra con le pallottine di carne, il marro di San Clemente a Casauria (budelline di agnello intrecciate e paliatelle con la verdura), le trote di Bussi, i gamberi di Popoli, la zuppa di fagioli alla vestina di Città S. Angelo, la ricotta nostrana di Farindola. Tra i piatti tipici della tradizione di Pescara troviamo il Brodetto alla Pescarese ,il Pollo alla cacciatora,il Pollo alla lauretana ,il Baccala, la Trippa alla pennese,il Parrozzo.

Clima e territorio

Previsti 10 gradi con rischio piovaschi Pescara è un comune italiano di 119 403 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia in Abruzzo. È il comune più popoloso della regione ed è, insieme all’Aquila, sede degli uffici del consiglio, della giunta e degli assessorati regionali.

Nonostante sia una città con antiche origini i cui primi insediamenti risalirebbero almeno al I millennio a.C., Pescara ha un aspetto prevalentemente moderno, dovuto perlopiù ad una serie di pesanti bombardamenti subiti durante la Seconda guerra mondiale che hanno causato la distruzione di gran parte del centro urbano; tuttavia non mancano testimonianze materiali del passato cittadino. Durante gli anni del boom economico del secondo dopoguerra, Pescara ha conosciuto un sostenuto sviluppo industriale e urbanistico che ha portato la città a divenire uno dei principali centri dell’area geografica dell’Italia centrale. Da tempo essa garantisce al territorio abruzzese una vasta serie di servizi che hanno permesso all’intera regione di accrescere la propria competitività sia a livello nazionale che internazionale. Pescara è situata sulla costa adriatica, a circa 4 m s.l.m., e si sviluppa intorno alla foce del fiume Aterno-Pescara.

La costa, lunga 6,8 chilometri, è bassa e sabbiosa, e la spiaggia si estende senza soluzione di continuità a nord e a sud del fiume. Il tessuto urbano si sviluppa su un’area pianeggiante a forma di T, che occupa la valle intorno al fiume e la zona litoranea; a nord ovest ed a sud la città si estende anche sulle colline circostanti. La città è interessata dalla presenza di falde freatiche, che con le escursioni stagionali rimontano anche di un metro, specialmente in primavera, in seguito allo scioglimento delle nevi sui monti. La costa dove si estende la città era un tempo quasi interamente occupata da una vasta pineta mediterranea, dove predominava la specie del Pino d’Aleppo. Questo bosco fu in gran parte abbattuto alla fine dell’Ottocento e poi ancora negli anni cinquanta del secolo scorso per fare posto alle nuove costruzioni. Gli esemplari superstiti sono diffusi nella Pineta Dannunziana, a sud del fiume, ed in una stretta fascia costiera lunga circa due chilometri, la Pineta di Santa Filomena.

Il nome viene dal nome della parte bassa del fiume Aterno-Pescara, che a partire dal medioevo, prese il nome di Piscaria .

La città ha una storia molto antica e le sue origini sono quasi totalmente sconosciute; probabilmente i primi insediamenti avvennero presso il Colle del Telegrafo dove di recente sono stati portati alla luce dei reperti risalenti anche a 6 000 anni fa[18][19]. Il vero e proprio villaggio sulle rive del fiume invece venne fondato nel I secolo a.C. dal popolo italico dei Vestini[20], ed in epoca romana fu chiamato Vicus Aterni e a cui successivamente fu attribuito il nome Aternum, dal fiume che lambiva l’abitato. Pescara in età imperiale veniva indicata anche con il nome di Ostia Aterni (così riportata nella Tabula Peutingeriana), cioè la foce dell’Aterno, e costituiva il porto commerciale dei popoli Vestini, Peligni e Marrucini . Il movimento commerciale (pesca, prodotti agricoli, manufatti, ecc.) fra Aternum e Roma, era particolarmente intenso e si sviluppava attraverso la via Consolare Claudia Valeria che univa (e unisce tuttora) le due città, terminali fondamentali della strada d’attraversamento dell’Appennino. Con la caduta dell’Impero romano d’Occidente e le invasioni barbariche, le attestazioni storiche di Aternum si fanno sempre più sporadiche, tuttavia è accertato che il porto continuò la sua attività fino alla piena età medievale, con l’abitato che dopo una prima fase di ripresa nell’XI secolo conoscerà una lunga fase di declino e spopolamento a partire dal XII secolo , da cui si risolleverà solamente nel XVI secolo.

Intorno all’anno 1000, Aternum cambiò il suo nome e divenne Piscaria con riferimento, sembra, alla pescosità della zona, mentre il fiume che la bagnava venne ribattezzato Piscarius. L’abitato fu anche, per un lungo periodo, tra le pertinenze dell’abbazia di Montecassino, inizialmente nel ducato longobardo di Benevento ed in seguito alla conquista franca del IX secolo, in quello di Spoleto . Nella seconda metà dell’XI secolo Pescara fu conquistata dai Normanni per poi entrare a far parte, nei primi decenni del Duecento, dei domini di Federico II di Svevia. Fra il XIII e il XIX secolo appartenne, con il resto dell’Abruzzo, al Regno di Napoli.

In età aragonese (seconda metà del XV secolo) fu data in feudo all’illustre famiglia di origine spagnola dei D’Avalos, che, dopo essersi legati da rapporti di parentela con i D’Aquino, si convertirono in marchesi di Pescara. Si ricorda in particolare la poetessa Vittoria Colonna che divenne marchesa di Pescara nel 1509 sposando Fernando Francesco D’Avalos Durante il regno di Carlo V, la cittadina venne trasformata in un’importante piazzaforte costiera del Regno: tra il 1510 e 1557 fu eretta a cavallo tra le due sponde del fiume la fortezza di Pescara, su progetto di Gian Tommaso Scala, a forma di pentagono irregolare con 7 bastioni ai vertici[28]. Essa resistette nel 1566 a un terribile assalto dell’ammiraglio ottomano Piyale Pascià, anche grazie al contributo del valoroso condottiero, Giovan Girolamo d’Acquaviva duca di Atri . Anche nel corso del Settecento la città subì numerosi attacchi e fu contesa tra gli austriaci e i Borbone. In questo secolo Pescara contava circa tremila abitanti . Alla fine del Settecento vi è la parentesi della Repubblica Napoletana, durante la quale Ettore Carafa duca di Andria e conte di Ruvo fu capo della città e Gabriele Manthoné che contribuì alla riuscita resistenza all’assedio dei Borbone. Nei primi anni dell’Ottocento la città venne occupata dai francesi, continuando a costituire un importante bastione militare del regno di Giuseppe Bonaparte. Nel 1807 Castellammare Adriatico, sulla sponda nord del fiume (che allora contava circa 1500 abitanti), divenne Comune autonomo aggregato al circondario di Città Sant’Angelo; è questa la scissione che diede luogo a rivalità tra i due agglomerati ai lati del fiume e che fu “annullata” nel 1927. Nel 1814 Pescara fu tra le città protagoniste dei moti carbonari contro Gioacchino Murat, re di Napoli. A tale insurrezione seguì la repressione borbonica, simboleggiata dal bagno penale nel quale, fino alla caduta del Regno (1860), furono imprigionati molti carbonari. Nel 1861 il Regno delle Due Sicilie fu annesso al Regno d’Italia, e con esso la regione abruzzese. Sono divenute famose (e sono scolpite anche sulla torre del municipio) le parole del re Vittorio Emanuele II di Savoia durante la sua visita a Pescara il 17 ottobre 1860 Nel nascente Regno d’Italia e fino agli inizi del Novecento, Castellammare e Pescara conobbero un primo, sostanziale sviluppo economico e un considerevole aumento della popolazione (particolarmente significativo nel ventennio 1881-1901).

Dalla seconda metà dell’Ottocento, fino al primo dopoguerra, nelle due città e nelle aree limitrofe si formò una borghesia industriale fortemente imprenditrice, con membri delle famiglie Bucco, D’Annunzio, Farina, Ricci, Mezzopreti, Muzii, De Riseis, Pomilio e Pascale . Tra le industrie attive nei primi anni ’20 si ricordano la Monti Abbigliamento di Vincenzo Monti, la Puritas (pasta) di Angelo Delfino e le Fonderie Camplone.

Ben presto si pensò alla possibilità di unificare le due cittadine elevandole a provincia[33]. Il 2 gennaio 1927, grazie soprattutto all’eccezionale incremento demografico e allo sviluppo industriale di Castellammare Adriatico e Pescara venne finalmente firmato il decreto di unificazione delle due città sotto il nome di Pescara e la costituzione della provincia omonima . Un contributo notevole per il raggiungimento di tale traguardo fu dato anche dalla forte spinta popolare, dall’autorità politica del ministro abruzzese Giacomo Acerbo e dall’influenza della figura di Gabriele D’Annunzio. Durante la Seconda guerra mondiale Pescara subì notevoli perdite umane e danni materiali, sia per i violentissimi bombardamenti della tarda estate del 1943, che

causarono la morte di almeno 3 000 persone, sia per le razzie e le distruzioni da parte dell’esercito tedesco in ritirata. Per questi motivi l’8 febbraio 2001, il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi ha conferito alla città la medaglia d’oro al merito civile.

Nel secondo dopoguerra Pescara ha conosciuto uno sviluppo sostenuto che l’ha portata ad essere il centro principale della regione. Da tempo la città garantisce al territorio abruzzese una vasta serie di servizi che hanno permesso all’intera regione di accrescere la propria competitività sia a livello nazionale che internazionale.

Dal dopoguerra fino agli anni settanta, l’esiguo territorio comunale ha subìto un rapido processo di saturazione edilizia, con la costruzione di nuovi edifici nella maggior parte degli spazi edificabili. A partire dal decennio successivo e fino ai giorni nostri, intorno alla città si è andata strutturando un’area metropolitana dovuta alla continuità urbana ed alle fitte interazioni sociali ed economiche dei comuni dell’hinterland pescarese e la stessa città di Pescara, che si estende anche nelle due province confinanti di Chieti e Teramo. Il grande flusso migratorio interno abruzzese dall’entroterra verso la costa, ancora oggi non del tutto esaurito , ha sostenuto la crescita vorticosa dei centri limitrofi, segnatamente Montesilvano e Francavilla al Mare, sempre più orientati ad una destinazione residenziale; contestualmente Pescara ha registrato la crescita di attività commerciali e terziarie, mentre la popolazione resta stabile dopo il picco degli anni 80 . A differenza delle città metropolitane italiane, non è un territorio amministrato politicamente, bensì è un’area dai confini non giuridicamente delimitati né univocamente definiti. Tuttavia l’area non ha un valore meramente statistico, gli enti locali infatti, nei loro limiti legislativi, cercano di assecondarne lo sviluppo mettendo in rete molti uffici pubblici e servizi, fra cui quello del trasporto pubblico locale. Le dinamiche demografiche dei comuni limitrofi (Montesilvano e Spoltore in provincia di Pescara, Francavilla al Mare e San Giovanni Teatino in provincia di Chieti), che presentano da anni i più forti incrementi di abitanti tra le città abruzzesi, dimostrando una evidente crescita dell’area metropolitana, in netta controtendenza con l’andamento regionale.

La città è al centro della vasta conurbazione, che nella perimetrazione più frequente include i seguenti comuni: Montesilvano, Francavilla al Mare, Silvi, Città Sant’Angelo, Chieti, Spoltore, Cappelle sul Tavo e San Giovanni Teatino. A seconda delle diverse perimetrazioni considerate, gli abitanti dell’area oscillano fra i 300 ed i 400 000 residenti.

Satolli ma pienamente soddisfati corriamo poi allo stadio Adriatico a gridare SEMPRE COMUNQUE ED OVUNQUE FORZA SALERNITANA

L’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo

Responsabile Comunicazione Salerno Club 2010

Conduttore trasmissione Tifosisimi

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