Crotone Gastronomica. Sapori granata, l’avvocato gastronomico ANDREA CRISCUOLO consiglia…
Quarta trasferta stagionale del campionato di Lega B 2018/19 per la Salernitana dei patron Lotito e Mezzaroma in posticipo serale domenica 28/10 ore 20.45
I granata sono di scena allo stadio Ezio Scida (10.000 spettatori- Via Giovanni Paolo II) per una sfida davvero infuocata e combattuta.
L’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo, prima di andare a tifare per la nostra squadra, Vi consiglia di gustare le bonta’ enogastronomiche del territorio di Crotone presso
“La Pignata”
Via Orfeo 8-Crotone
Tel. 096222984
“PESCE FRESCO nel centro storico di CROTONE”
Antipasto di pesce crudo e cotto (fichi e salmone, alici gratinate,insaltina di polpo, gamberi gratinati)
Spaghetti con i gamberi
Paccheri ripieni in salsa di ceci
Frittura di paranza fresca
Involtino di spatola
Dolce della casa
Vino locale docg
PRODOTTI TIPICI DELLA ZONA
Tra arte, cultura e tradizioni millenarie Crotone è da scoprire anche nei suoi sapori: dai primi ai secondi ai contorni, dai vini al dolce, dal salato al piccante, la città ha un panorama del gusto enogastronomico con una gamma di prodotti unici e imperdibili.
– CAVATELLI
Gnocchetti di pasta fresca, preparata con farina di grano duro, acqua e sale. Si consumano come primo piatto conditi con sugo al ragù di carne suina.
– SARDELLA
Salsina, generalmente piccante, che si consuma spalmata sul pane, come antipasto. È preparata con sardine tritate, peperoncino e finocchio selvatico.
– PANE DI CUTRO
Preparato con un’alta percentuale di farina di grano duro, farina di grano tenero, lievito naturale, acqua e sale, si caratterizza per la forma, allungata o tondeggiante, e per la crosta, spessa e croccante. Può essere conservato più giorni senza perdere la sua freschezza. È annoverato tra i pani migliori d’Italia ed è esportato anche in molte regioni del nord.
– PECORINO
Formaggio tipico ricavato dal latte ovino, di produzione locale.
– SALSICCIA
Salume preparato con carne di coscia suina, finemente tagliata, e lavorata con sale e pepe rosso. Con l’impasto ottenuto si riempiono le budella naturali.Tra i dolci tipici si ricordano soprattutto quelli pasquali, le “cuzzupe” e le “pitte”, e quelli natalizi i “crustuli” e i “tardiddri”. Le cuzzupe sono dolci fatti con farina di grano duro, lievito, acqua ed uova; normalmente gli si dà la forma di lettere dell’alfabeto, soprattutto le iniziali dei nomi dei bambini, di uccellino e di altri animali. Qualcuno, nel caso in cui nella famiglia ci sia una coppia di fidanzati, di solito la suocera nei confronti del futuro genero, usa fare una grande cuzzupa a forma di cuore all’interno della quale vi incastona alcune uova, una volta pronta la teglia si inforna a 180 gradi per 20-25 minuti, a fine cottura alcuni usano cospargere la cuzzupa con “l’annaspero”: una cremina bianca fatta con zucchero, bianco d’uovo e succo di limone che va sbattuta continuamente per non farla solidificare. L’operazione va effettuata subito dopo la cottura altrimenti l’annaspero non si lega alla cuzzupa, al di sopra ancora alcuni aggiungono, come se non bastasse, granelli di cioccolata colorata.
Le pitte, sono dolci essenzialmente pasquali anche se qualcuno usa farle anche in occasione del Natale. Il nome pitta deriva dall’arabo “pita” che significa schiacciata, in effetti la pitta è fatta di sfoglie di pasta di grano duro che viene schiacciata con un mattarello e distesa all’interno di una teglia metallica e circolare. La prima sfoglia è grande in modo tale da ricoprire il fondo dell’intera teglia, successivamente iniziando dal centro si inizia a riempirla con delle sfoglie circolari con al loro interno uva passa e mandorle, vista dall’esterno sembra una rosa. Una volta riempito ogni spazio della teglia con queste girelle, viene infornata a 180 gradi per circa un’ora ed un quarto. All’uscita alcuni usano bagnarla con il vermut, altri aggiungono un po’ d’olio, altri ancora del miele. Per la cottura alcuni usano i forni di casa, ma altra usanza tipica è quella di recarsi nei panifici del luogo nella settimana precedente le festività. Poiché le teglie molte volte sono simili, onde evitare di confonderle, ognuno mette un segno di evidenza, questo può essere rappresentato da un confetto, da un ramoscello di ulivo, da uno stuzzicadenti ecc…I crustuli, sono dei dolci fritti fatti con farina di grano tenero con un impasto molto liquido. Acceso il fuoco al tegame contenente l’olio, le donne, preso in un pugno l’impasto, fanno dei cerchi sopra all’olio bollente facendovi scendere l’impasto, questo prende subito forma e si gonfia unendosi in una forma vagamente circolare. Con un mestolo metallico viene girato per farlo cuocere anche dall’altra parte. A cottura finita, che dura poco meno di un minuto, di solito vengono consumati caldi prima passandoli in un piatto contenente zucchero e poi in un altro contenente vino cotto. I tardiddri, sono dei dolci fritti fatti con farina di grano duro e ricoperti miele. Di solito messi in un piatto uno sopra l’altro, se consumati dopo qualche giorno, sono difficili staccare per la solidificazione del miele.
Come produzioni vinicole, il territorio è ricco di vigneti pregiati nelle terre a nord di Crotone. Vini tipici del territorio sono: il rinomato Cirò Melissa D.O.C., che costituisce la fonte primaria dell’economia del Cirotano, e Val di Neto dal sapore tipico nel rispetto delle tradizioni e della storia che hanno fortemente caratterizzato questo tratto della costa calabrese dall’epoca della Magna Grecia.
Satolli ma pienamente soddisfati corriamo poi allo stadio Scida a gridare SEMPRE COMUNQUE ED OVUNQUE FORZA SALERNITANA
L’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo
SALERNITANA GASTRONOMIC LAWYER ANDREA CRISCUOLO
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