Spezia-Salernitana :non solo calcio
Ripresa del campionato dopo l’ultima sosta per la Salernitana di mister Paolo Sousa, che domenica 2 Aprile alle ore 15.00 affrontera’ i bianconeri liguri dello Spezia.
I granata sono di scena allo stadio Alberto Picco (10.000 spettatori- Via Nicolò Fieschi, 18 ) per una sfida molto importante per la salvezza.
L’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo, prima di andare a tifare per la nostra squadra, Vi consiglia di gustare le bonta’ enogastronomiche del territorio di spezzino,
Antipasto di pesce
Paccheri con calamari e olive taggiasche
Spaghetti ai frutti di mare
Frittura di paranza
Rombo al forno
Millefoglie con crema chantilly alla vaniglia
Sorbetti
Vino locale docg
PRODOTTI TIPICI DELLA ZONA
La cucina ligure risente, come è ovvio che sia, delle caratteristiche della sua terra. È pertanto cucina sia di mare che di terra, secondo il naturale connubio delle due anime che contraddistinguono il territorio ligure: la costa e l’entroterra. La cucina ligure varia però attraverso i secoli secondo il tipo di commensale cui si fa riferimento ed i luoghi in cui egli vive. Si passa così da piatti che sono di tradizione popolare, a piatti che sono elaborati sulle tavole dei potenti e dei ricchi, anche se rispetto ad altre tradizioni (ad esempio la cucina emiliana) la tradizione povera, o meglio, frugale, è molto più caratterizzante e tipica. La cucina utilizza infatti, per lo più, gli alimenti che il luogo offre. La scarsità di pascoli bovini costrinse i Liguri a sviluppare piatti a base di ingredienti alternativi quali il pesce e le erbe, a cui successivamente si aggiunse la selvaggina: nascono così i condimenti a base di erbe selvatiche o coltivate, tra cui spicca il pesto, che viene usato sia come salsa per condire la pasta, sia aggiunto ai minestroni prevalentemente autunnali ricchi di molte varietà di verdure fresche; importanza assumono anche le molte torte salate alle verdure, la più famosa delle quali è la torta pasqualina, i ripieni e le focacce, tra queste rinomata è la focaccia al formaggio di Recco. Vi sono piatti che hanno alla base ingredienti poveri come, ad esempio, le erbe o le castagne. Si tratta di piatti che provengono dalla mensa del contadino ligure che con la propria tenacia ha domato l’asprezza dei luoghi per poter coltivare la terra su strette fasce e soprattutto appartengono alla tavola degli abitanti delle zone montane più impervie. Ugualmente, la cucina ligure risente della contaminazione di altri luoghi ed popoli con i quali nell’arco dei secoli i liguri ed i genovesi sono entrati in contatto, soprattutto per commercio e conquiste. Ecco così che oltre che ad essere una cucina “localizzata”, al suo interno troviamo contaminazioni preziose. In questo senso, la cucina ligure si arricchisce di esperienze diverse. Basti poi pensare alle spezie (oltre ai tradizionali odori o sapori) che anche nei tempi antichi erano cosa di uso comune in Liguria ma in altre regioni di uso piuttosto raro. Particolare, poi, è l’impiego del sale, così prezioso per la conservazione dei cibi: senza sale non esisterebbe per esempio la focaccia, tipica di questi luoghi ed unica, anche se oggi imitata altrove. Altra anima della cucina è il mare: ci sono i piatti nati a bordo e quelli nelle case, nelle famiglie che restavano a casa o al ritorno dei congiunti.
Arbanella di acciughe sotto sale
Rispetto al discorso contaminazioni fra cucine regionali vicine ed il mare che bagna l’esteso arco ligure, si pensi all’enorme quantità di cibi, spezie e nuovi alimenti provenienti da altre città italiane o paesi e continenti (Americhe, Asia, Medioriente) si sia riversata in Italia ed in Europa attraverso Genova. Sino a poco tempo fa erano presenti in porto i vecchi silos del grano: impressionanti da vedere, così come quelli di altre materie.
Trova luogo così anche il porto nella tradizione culinaria: c’entra il lavoro … si parte da quello contadino e montano, si passa attraverso il commercio o la conquista e si arriva al lavoro del porto ed a quello operaio delle grandi industrie, oggi ormai scomparse.
Infine c’è la cucina dei giorni di festa e poi quella del nostos (ritorno) dei naviganti a casa e quella delle ricchissime mense dei potenti: dei Dogi, dei futuri Papi, dei conquistatori dei mari.
Fondamentale nella cucina ligure è poi la conservazione degli alimenti e dunque l’uso delle arbanelle, riempite ad esempio con funghi sott’olio, marmellate, miele, acciughe sotto sale, prodotti in salamoia, e intingoli tra i più disparati.
La bandiera di questa cucina è senza dubbio il pesto di basilico.
Clima e territorio
Previsti 16 gradi con tempo variabile
La Spezia è un comune italiano di 93 347 abitanti , capoluogo della provincia omonima in Liguria. È il secondo comune della regione per popolazione e la sua area urbana conta oltre 136 000 abitanti .
La città si trova all’estremo levante della regione Liguria, a pochi chilometri dal confine con la Toscana, al centro di un profondo golfo naturale al quale dà il nome. Il golfo, conosciuto anche con l’appellativo di Golfo dei Poeti, è cinto da una continua catena di alture le cui cime più elevate, il Monte Verrugoli(749 m s.l.m.) ed il Monte Parodi (673 m s.l.m.), sono situate alla estremità occidentale del centro abitato.
Il territorio comunale spezzino è parte dell’Autorità di bacino interregionale del fiume Magra mentre una piccola porzione del territorio comunale, costituita dal piccolo borgo di Tramonti e dalla circostante collina, rientra nel Parco nazionale delle Cinque Terre.
La città sorge su un angusto lembo di terra stretto tra il mare e i monti; ne è conseguito lo sviluppo in collina di numerosi quartieri e la disposizione piuttosto irregolare della pianta urbana. Negli anni ventidel XX secolo fu addirittura necessario ricorrere al parziale sbancamento del colle dei Cappuccini (dove sorge l’attuale piazza Europa) per consentire al centro storico l’espansione verso est, in direzione della piana di Migliarina, unica possibile poiché l’area verso ovest è occupata dall’Arsenale Militare.
Questo sviluppo urbanistico ha richiesto anche ingenti opere di bonifica: infatti l’area dove oggi sorge la gran parte dello scalo portuale un tempo era costituita da un’ampia zona paludosa, detta gli Stagnoni.
Il golfo che protegge la città ha un’estensione di circa 150 ettari ed è chiuso da una diga foranea lunga circa 2.210 metri con due passaggi, quello di ponente ampio circa 400 metri e quello di levante circa 200 metri. L’insenatura del golfo ha una lunghezza di 4,6 km e una larghezza di 3,2 km.
Proprio la particolare conformazione del golfo, ben riparato dalle mareggiate e dai possibili attacchi nemici, ha favorito la costruzione alla Spezia di uno dei più grandi arsenali della Marina Militare e, nel corso degli anni, lo sviluppo di uno dei maggiori porti mercantili del Mediterraneo.
La Spezia gode generalmente di un clima temperato caldo; nello specifico, il clima dominante è di tipo mediterraneo, anche se influenzato da correnti atlantiche è comunque caratterizzato da inverni miti, grazie alla posizione, all’azione mitigatrice del mar Ligure e allo scirocco proveniente dall’Africa. Tuttavia raramente possono capitare le incursioni di aria fredda di origine
balcanica (proveniente dai valichi comunicanti con la Pianura Padana che si trovano alle spalle della città) che fanno abbassare la temperatura, facendo scendere la colonnina vicino, se non addirittura, allo zero. La temperatura media del mese più freddo (gennaio) è di 7,6 °C. Le estati sono caratterizzate da temperature piuttosto elevate, con medie del mese più caldo (luglio) superiori ai 24 °C.
La piovosità è elevata, sia per l’umidità presente in tutto l’arco ligure, sia per l’azione di copertura degli Appennini. La media pluviometrica è di 1.343 mm di pioggia annui. Il regime pluviometrico è di tipo sub-litoraneo appenninico, con picchi di massimi in autunno (maggiore) e in primavera, e minimi in estate e inverno. Periodi piovosi prolungati, soprattutto in autunno/inverno, si verificano frequentemente, ma non tutti gli anni. Nel decennio 2000-2010 il mese di novembre ha registrato 23 giorni di pioggia nel 2002 (198,2 mm) e 21 nel 2010 (284,2), mentre gennaio ha raggiunto 20 giorni piovosi nel 2001 (253,4 mm). Fu dicembre 2009 il mese più piovoso del decennio, con ben 362,8 mm. mese dei record, dicembre 2009 fece registrare anche la nevicata più copiosa del decennio con più di 20 cm di neve in molte zone della città. Anche, periodi siccitosi prolungati, soprattutto in estate, si registrano frequentemente. Sempre considerando il decennio 2000-2010 il mese di agosto rimase completamente all’asciutto nel 2008, a contrasto dei 169,6 mm registrati l’anno precedente. Meno di 4 mm mensili si sono registrati in aprile 2007 (3,0 mm), giugno 2006 (1,0 mm), luglio 2004 (3,8 mm) e nel famigerato agosto 2003 (3,6 mm).
Pur essendo molto rara, in taluni anni può fare la sua apparizione in città la neve, che nelle zone collinari dell’entroterra comunale può depositarsi.
Dopoguerra
Al termine della Seconda guerra mondiale, nel 1946, su tre navi – la Fede, di Savona, (ribattezzata Dov Oz), il motoveliero Fenice (ribattezzato Elyahu Golomb) e l’Exodus – 1914 ebrei sopravvissuti alla Shoahsalparono dal porto cittadino diretti in Palestina. Per questo motivo La Spezia è conosciuta in Israele e sulle carte geografiche israeliane con il nome di “Schàar Zion” (Porta di Sion). Anche in relazione all’Operazione Exodus ] e alla “Porta di Sionnel 2006 il Presidente Ciampi insignì la città con la Medaglia d’oro al merito civile.
La ricostruzione nel dopoguerra ha comportato uno spiccato rinnovamento edilizio della città spesso irrispettoso della sua identità maturata nei secoli precedenti. La base militare della Spezia perse gradualmente importanza rispetto a quella di Taranto, più centrale nel teatro mediterraneo e le commesse militari e il relativo indotto divennero così meno importanti per l’economia della città. Dopo il calo demografico cominciato negli anni settanta a motivo della crisi economica e dell’emigrazione, negli anni ottanta e novanta ebbe inizio un processo di riconversione industriale, rivolto allo sviluppo delle attività legate alla cantieristica, alla nautica e al turismo.
Nel 2001 la città, con i suoi 91.400 abitanti era la cinquantesima città italiana per dimensioni e tra le promotrici della Rete delle Città Strategiche
Satolli ma pienamente soddisfati corriamo poi allo stadio Picco a gridare SEMPRE COMUNQUE ED OVUNQUE FORZA SALERNITANA
L’avvocato e giornalista gastronomico Andrea Criscuolo
Responsabile Comunicazione Salerno Club 2010
Conduttore trasmissione Tifosisimi
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