Ferrara Gastronomica. Sapori granata, l’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo consiglia…

AVVOCATO GASTRONOMICO-STUDIO

Ennesima trasferta romagnola nella VII giornata del campionato di Lega B 2016/17 per la Salernitana di Rosina e compagni

I granata sono di scena sabato 1 ottobre allo Stadio Paolo Mazza  (Corso Piave n. 28  Ferrara- 8.500 spettatori )per una sfida davvero infuocata contro la neopromossa SPAL guidata da mister Semplici

L’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo, prima di andare a tifare per la nostra squadra, Vi consiglia di gustare le bonta’ enogastronomiche del territorio ferrarese presso

“Trattoria La Ferrarese”

Via Vallelunga 12, 44123, Ferrara

+39 338 6278344

“Tipica cucina romagnola”

 Location caratteristica e molto accogliente

 

Antipasto di terra (affettati romagnoli)

Cappellacci di zucca

Spaghetti al torchio con ragù d’anatra

Gnocco fritto

Carni alla brace con funghi

Piadina

Dolce della casa

Vino locale dogc

 

PRODOTTI TIPICI DELLA ZONA

Il mestiere dello scalco, o cuoco, a Ferrara è una vera arte dal 1500, da quando i cibi preparati alla corte degli estensi venivano degustati da principi e duchi; una corte dove il piacere della tavola era curato con amorosa passione. Senz’altro fra gli scalchi più famosi ci fu Cristoforo da Messisbugo, morto nel 1548, e Cristoforo da Zeffirano, scalco molto conteso tra gli Estensi e i Bentivoglio di Bologna. Giambattista Rossetti non era un cuoco ma un acuto cronista dei banchetti ducali che ci ha lasciato un libro “dello scalco” (stampato a Ferrara nel 1584) in cui si descrivono i banchetti propiziatori iniziati nel 1460 allestiti per festeggiare le nozze tra Alfonso II e Lucrezia Medici. Ercole I° si distinse dai suoi predecessori per l’amore di circondarsi dei migliori cuochi del tempo: ogni occasione era buona per imbandire una tavola, ma anche il popolo pareva gioire della prodigalità della corte, al punto che uno storico imolese scrisse che i ferraresi erano nemici del vivere malinconico.

Dalle antiche ricette delle corte estense ancora oggi viene tramandata la salama da sugo, un insaccato di maiale arricchito di spezie e vino e fatto stagionare, il pasticcio di maccheroni, il pampepato ferrarese, dolce creato nel Seicento dalle monache del convento Corpus Domini per la corte e i prelati. La cucina a Ferrara mescola il grasso fondo padano a delicatezze francesi provenienti da ricette che Renata di Francia importò quando venne sposa.

Il pane di Ferrara, definito da Riccardo Bacchelli il migliore del mondo, è sempre stato un gioiello della produzione culinaria ferrarese; un sapore unico che ha come ingrediente segreto l’acqua e l’aria e quindi la lievitazione. La famosa “ciupèta” (coppia) forse nasce da un carnevale del 1536 durante il quale fu presentato un pane ritorto che a noi piace pensare nei famosi “grustin”(crostini).

Comunque, nelle generazioni future, si continuò a rispettare l’arte della gastronomia sfruttando le tante ricchezze della terra, così i ferraresi si sono tramandati ricette e tradizione, piatti poveri e gustosi insieme a eleborate ricette di pesci e selvaggina, che si possono ritrovare nelle proposte dei nostri ristoranti.

Satolli ma pienamente soddisfatti corriamo poi allo stadio Mazza  a gridare SEMPRE COMUNQUE ED OVUNQUE FORZA SALERNITANA

L’avvocato gastronomico Andrea Criscuolo

SALERNITANA GASTRONOMIC LAWYER ANDREA CRISCUOLO

 

 

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